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    I CONCERTI INDOOR IN ERA COVID

    13 Gennaio 2021

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    ECCO GLI ESITI DEI LIVE PILOTA

    Il 2020 è stato un anno durissimo per il settore degli spettacoli e degli eventi live. 

    L’emergenza sanitaria ha messo in ginocchio anche questo intero mondo, che ha visto un calo del fatturato del 97% rispetto al 2019. Secondo quanto riportato dall’Inps, il 27% dei professionisti del settore della musica live ha abbandonato questo lavoro per sempre e molti altri li seguiranno a breve se non si troverà una soluzione quanto prima.

    Trovare il modo per ricominciare a sentire musica live e far ripartire il settore dello spettacolo è una priorità.

     

    Nonostante le numerose difficoltà, un piccolo spiraglio di luce sembra intravedersi alla fine del tunnel e qualcosa sembra muoversi verso soluzioni alternative, al di là dei live streaming ai quali ci stavamo un pò abituando ultimamente.

    Vari istituti e organizzazioni si sono attivati per studiare iniziative concrete che permettano di riportare il pubblico sotto il palco. Sono stati effettuati test e sperimentate tecnologie innovative per escogitare la nuova ripresa delle attività musicali dal vivo in modalità Covid-safe. 

    Il tutto va certamente preso con la giusta cautela, ma il fatto che ci si stia muovendo realmente verso una qualche soluzione e che i primi passi siano stati fatti ci rincuora, ma soprattutto ci fa sentire nuovamente l’adrenalina scorrere nelle vene.

     

    A suscitare molto interesse sono stati due esperimenti pilota europei volti a “convalidare questo tipo di test come strumento estremamente utile per poter realizzare qualsiasi tipo di evento, musicale o meno, senza distanziamentosociale” secondo quanto affermato dagli organizzatori stessi. 

     

    Per prima si è mossa la Germania con il progetto RESTART-19. Lo scorso 22 agosto alla Quarterback Immobilien Arena di Lipsia, la popstar tedesca Tim Bendzko si è esibito davanti a circa 1500 volontari in un live suddiviso in tre parti: nella prima simulazione è stata ricreata una situazione pre-pandemica, dove non veniva rispettato nessun distanziamento sociale, mentre nella seconda simulazione sono state adottate misure igieniche generiche e imposto un piccolo distanziamento fisico. Questi primi due scenari non hanno dato responsi positivi, ma la terza simulazione ha fornito un risultato incoraggiante.

    Tutti i partecipanti volontari di quest’ultima, sono stati obbligati ad indossare la mascherina e raggruppati a coppie; ogni coppia poi distanziata di un metro e mezzo da quella più vicina. Prima di entrare nella venue (riempita solo per il 12% della sua capacità massima di spettatori) erano stati muniti di un dispositivo di localizzazione che permetteva di registrarne sia i movimenti all’interno dell’arena che la distanza interpersonale mantenuta. 

    Durante il concerto sono state impiegate inoltre delle macchine per il fumo sintetico per studiare l’andamento dei flussi d’aria e installati dei sanificatori per le mani con liquido fluorescente per aiutare il tracciamento dei contatti.

     “Siamo stati in grado di sviluppare un modello matematico che mostra quali misure dovrebbero essere implementate in occasione di eventi importanti per ridurre al minimo il rischio di infezione da Covid-19” ha dichiarato il Dr. Stefan Moritz, responsabile del progetto presso la facoltà di Medicina dell'ateneo promotore dell’iniziativa, molto soddisfatto già all’indomani dell’evento. I risultati dell’esperimento di Lipsia (li potete trovare qui), pubblicati verso la fine dello scorso ottobre provano che la diffusione del virus è alquanto bassa se vengono rispettate le norme di sicurezza anti contagio. Il progetto Restar-19 è stato seguito con particolare attenzione dall'industria mondiale del live poiché dimostra che l'adozione di un protocollo, considerato potenzialmente affidabile dai legislatori, permetterebbe la ripresa degli eventi nelle fase meno acuta della pandemia.

     

     

     

    Sulla scia di quanto sperimentato in Germania, anche la Spagna ha sostenuto nel capoluogo catalano un progetto pilota promosso dalla fondazione Fight AIDS insieme agli organizzatori del Primavera Sound Festival e all’ospedale universitario Germans Trias. Il 12 dicembre scorso presso la Apolo Hall di Barcellona, è stato condotto PRIMA-CoVun esperimento medico-clinico di screening collettivo rapido volto a valutare l'efficacia di determinate condizioni di presenza agli spettacoli dal vivo durante la pandemia. Tutti e 1000 i partecipanti (anche in questo caso volontari) al dj set sono stati sottoposti per prima cosa a un tampone antigienico rapido per valutare la loro negatività. Tra questi, gli studiosi ne hanno scelti a caso circa la metà e ne hanno permesso l’ingresso all’Apollo Hall (originariamente omologata per un massimo di 900 presenze). I “prescelti” hanno così potuto assistere non solo al concerto dotati di gel igienizzante e mascherina FFP, ballando senza nessun distanziamento sociale, ma è stato loro permesso anche di fumare in apposite aree all’aperto (con accesso contingentato) e consumare bevande all’interno della sala. Il giorno dopo, sono stati sottoposti a un test molecolare per convalidare l’efficacia dei test rapidi e, 8 giorni dopo l’evento, a tutti i volontari (compresi coloro che non erano presenti al concerto) è stato effettuato un secondo tampone per meglio verificare e mappare l’eventuale propagazione dell’infezione.

    Il senso dell’esperimento era quello infatti di valutare se, nonostante la negatività al Coronavirus data dal test rapido fatto all’ingresso, all’interno della venue si potessero verificare ugualmente dei contagi e verificare anche l’efficacia dei test rapidi. Fulcro del progetto era anche quello di valutare le migliori strategie di protezione e prevenzione che potrebbero essere adottate per eventi con una capienza maggiore.

    In questi giorni saranno pubblicati i risultati ufficiali del trial clinico spagnolo, ma l’esito positivo dell’esperimento è già stato preannunciato dalle parole del dottor Josep Maria Llibre e del dottor Boris Revollo, responsabili dello studio clinico, i quali hanno affermato che “Lo studio permette di dichiarare che un evento che si svolge con queste stesse condizioni è sicuro”. Nessuna delle 463 persone che hanno assistito al concerto tenutosi all’Apolo ha contratto il virus.

     

    Le conclusioni ricavate dai risultati dei test europei sono chiare: organizzare live show in ambienti chiusi e senza generare un focolaio di coronavirus è possibile!

     

    Superato questo primo step sanitario, si deve però ora considerare un altro importante aspetto: la percentuale di presenze calcolata e concessa in termini di sicurezza sanitaria è molto bassa e in certi casi i costi dello spettacolo supererebbero i guadagni registrati al botteghino.

    Di conseguenza, far rispettare le norme imposte risulterebbe abbastanza proibitivo.

    L’esperimento tedesco ha evidenziato che il rischio maggiore di contagio avviene durante gli ingressi alla venue e nel corso degli intervalli e che una scarsa ventilazione può aumentare significativamente il numero di persone esposte al rischio di contagio. Considerato ciò, le strategie andrebbero focalizzate su questi due punti: 

    • l’accesso al luogo dell’evento necessiterebbe di più ingressi ma ciò comporterebbe un aumento non indifferente dei costi del personale di controllo e security. 
    • il ricambio d’aria all’interno del luogo dovrebbe essere continuo, ma modificare e tenere in funzione un impianto adeguato che risponda a tale necessità aumenterebbe a dismisura i costi per gli organizzatori.

    Da non sottovalutare poi l’uso corretto della mascherina. Perché se “fidarsi è bene, ma non fidarsi è meglio” allora si dovrebbe prevedere anche del personale addetto al controllo del corretto uso di ogni singola mascherina durante lo svolgimento dell’evento.

    Maggiori costi organizzativi potrebbe significare anche un aumento sul costo del biglietto d’ingresso!

     

    Quindi, se da un lato la scienza e i test dicono di sì ai concerti indoor, le problematiche economiche non vanno sottovalutate. A questo punto la nostra coscienza dovrebbe farci riflettere e... farci avere ancora un pò di pazienza.

    Un efficace vaccino rimane attualmente la nostra arma migliore per sconfiggere il coronavirus. Ma il tema degli eventi live resta ancora molto caldo, nonostante in molti si stiano prodigando per trovare la soluzione che soddisfi tutte le parti coinvolte.

     

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    Prossimamente vi parleremo di altre tecnologie e app in fase di studio che aiuteranno i fan a tornare in sicurezza agli eventi live!

     

    #WeTheFun #BusForFunBlog #SaveTheLive #WeAreMusic

     

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